Depressione post parto: ecco come riconoscerla e combatterla

I casi di depressione post-partum non sono per nulla rari soprattutto se a partorire sono giovani madri che hanno scoperto di essere incinte per caso e senza aver preventivato un cambiamento così radicale di vita. Può succedere anche che in un momento di pura follia, qualche donna abbia provato ad uccidere il piccolo alla quale hanno dato alla luce poco tempo prima. Recentemente, per esempio, una ragazza di soli 23 anni ha provato a strangolare e poi soffocare la sua bambina solo dopo 5 settimane dalla sua nascita. Un atto terribile ma che ha una giustificazione, purtroppo. La depressione se non tenuta sotto controllo può dare origine ad atti meschini e incontrollabili. Questa donna aveva anche un altro figlio di 13 mesi ed è stata ricoverata in psichiatria per omicidio volontario.

Delitti per depressione post parto

Noto è anche il caso di Catherine Bailey, un avvocato di 41 anni, di successo, madre di tre bambini che si è suicidata buttandosi nelle acque del Tamigi. Secondo la ricostruzione della polizia ” la donna soffriva di depressione post parto”.  Stessa situazione per Otty Sanchez che ha tagliato la testa del figlio di 3 anni e ne ha mangiato il cervello. Delle persone a lei vicine avrebbero detto che la donna sentiva delle voci che le dicevano che il suo bambino era un diavolo e che le avrebbero ordinato di ucciderlo. Ebbene sì, la depressione post parto può arrivare anche a questo. Ma nei migliori casi la donna non riesce a vivere con serenità questo momento così bello.

In un’intervista allo psichiatra Giovanni Cassano, dell’Università di Pisa., lo studioso spiega quali sono le motivazioni che portano una donna a soffrire di post parto. Secondo il dottore è anche importante indagare nella storia genealogica della donna e capire se in passato qualcuno, in famiglia, ha mai sofferto di depressione.

La parola dell’esperto

“Qualora si riscontrino sintomi come uno stato di ansia o dei disturbi da attacchi di panico, che possono comparire nei primi mesi oppure dopo il terzo mese, quando la donna comincia a fare i primi controlli, è necessario assistere la gestante con la psicoterapia. I farmaci sono consigliabili, anche una volta a settimana, per coprire la sfera della depressione e  garantire il sonno durante la notte”- queste le parole riportate da alcuni giornali on line del medico.

Ma non solo, sono molti i fattori sui quali indagare. Bisognerebbe capire se in famiglia ci sono persone che potrebbero fare compagnia o aiutare la donna.

 “I fattori di rischio sono numerosi ma sono forti indicatori e non è difficile dare un’assistenza adeguata, anche se ci sono alcune famiglie che la rifiutano. Basterebbe un test psicologico fatto dal ginecologo insieme agli esami per monitorare le condizioni della paziente. Se la depressione è curata durante la gravidanza si riduce il pericolo dopo il parto. Tutto sta nell’individuare i fattori di rischio prima e intensificare i controlli poi”- ha continuato il medico.

 

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