Greta Ballerini è la fondatrice di Jewelìe Couture, un atelier che unisce sartoria contemporanea, artigianalità italiana e un approccio profondamente umano al creare capi su misura. Fin da adolescente sognava di diventare stilista, soprattutto nel mondo del bridal: gli abiti da sposa erano il suo immaginario, la sua promessa personale. Dopo il Covid ha scelto di partire dal piccolo — i costumi da bagno artigianali — per costruire basi solide e consapevoli. Da lì è tornata naturalmente al suo primo amore: il bridal e la couture su misura. Oggi Jewelìe realizza abiti unici usando materiali selezionati, spesso deadstock di grandi aziende, un modo concreto per ridurre sprechi senza scendere a compromessi sulla qualità. In un momento storico in cui tutti parlano di sostenibilità, Greta preferisce parlare di responsabilità: fare scelte reali, quotidiane, che hanno un impatto vero. Oggi è la nostra ospite e per la rubrica “RACCONTA LA TUA STORIA” ha deciso di condividere con noi la sua storia. E quindi, partiamo..
Greta, come nasce Jewelìe Couture e quali sono i suoi elementi distintivi?
“Jewelìe nasce da un sogno che avevo fin da adolescente: diventare stilista disegnare vestiti e creare abiti da sposa da sogno. Tempo di arrivare alla scelta di aprire il mio primo Atelier e arriva il coronavirus perciò il mio progetto imprenditoriale va ridimensionato. Idea che mi viene è creare qualcosa di bello e unico ma più piccolo e penso che i costumi possano essere più accattivanti per farmi conoscere. Nascono i costumi da bagno gioiello, artigianali e luccicanti, pensati per costruire sicurezza, stile e identità. Da allora sono passati 5 anni e durante il Percorso sono tornata alla mia idea iniziale e ho creato però una collezione sposa tutta mia. Gli elementi distintivi del mio lavoro sono di due tipi: di metodo e di stile. Dal punto di vista del metodo, ciò che mi caratterizza è l’ascolto e l’empatia che mi permette di creare abiti che assomigliano davvero alla persona; la manualità e la tecnica sartoriale, che unisco alla creatività; l’artigianalità 100% italiana, perché ogni capo nasce dalle mie mani in atelier; la responsabilità nei materiali, lavorando spesso con tessuti deadstock di alta qualità. Dal punto di vista dello stile, invece, Jewelìe si riconosce per: il buon gusto e le linee eleganti, mai eccessive ma sempre presenti; la cura del dettaglio che fa la differenza senza appesantire; l’uso di cristalli, pietre e dettagli luminosi come filo conduttore — un tocco “gioiello” che rende i miei abiti riconoscibili, senza mai togliere protagonismo alla persona. Per me un abito non deve gridare: deve far brillare.”
Cosa significa per te artigiano oggi?
“Per me essere artigiana oggi significa lavorare con le mani, unire tecnica tradizionale con l’innovazione e la creatività di oggi. La mia professione non è solo “saper cucire”, ma saper leggere le persone, trovare soluzioni, creare qualcosa che esiste solo per loro. Il made in Italy non è uno slogan: è un modo di lavorare, lento, preciso, fatto di prove, di errori, di mani che modellano il tessuto finché non diventa perfetto.”
Sostenibilità, spreco e acquisto consapevole ci dai un tuo punto di vista?
“La parola “sostenibilità” oggi viene usata ovunque, al punto che spesso perde significato. Tutti sono sostenibili… ma pochi sono davvero responsabili. Nel mio lavoro preferisco parlare di responsabilità concreta: produco solo su misura, quindi non ho scorte, non ho sprechi. Scelgo molti materiali deadstock provenienti da grandi aziende italiane, dando nuova vita a tessuti eccellenti che altrimenti verrebbero dimenticati. Progetto abiti che durano e che rispettano chi li indossa, invece di imporre standard irrealistici. Spiego tanto ai miei clienti quello che ci sta dietro al mondo della moda e come essere ragionevoli e responsabili negli acquisti che spesso sono impulsivi. L’acquisto consapevole per me è esattamente questo: capire cosa serve davvero, scegliere qualità invece di quantità, e valorizzare chi crea con attenzione — non per riempire l’armadio, ma per dare un significato a ciò che si indossa, che di conseguenza diventa prezioso.”
Conciliare vita privata e imprenditorialità è possibile oggi?
“Non è semplice, e non voglio dipingerlo come tale. La mia strategia è riconoscere i miei limiti e lavorare per blocchi: giorni in atelier, giorni più creativi, giorni dedicati alle prove clienti. Mi aiuta moltissimo ricordare che Jewelìe cresce se io sto bene: quindi rallentare quando serve, ritagliarmi momenti di silenzio, e circondarmi di persone che capiscono il mio lavoro.”
Quali sono le principali difficoltà di essere una micro-imprenditrice artigiana in Italia?
“La sfida principale è far capire il valore del lavoro artigianale: tempi, tecniche, competenza. Negli anni si è perso… tutto è veloce già fatto, disponibile. Si è persa la consapevolezza dell’attesa della creazione. Una difficoltà importante è che alle volte si è soli nel processo, il sistema economico e finanziario italiano non è adatto e mirato allo sviluppo di piccoli imprenditori, eppur ci si impegna, tra carte, pagamenti, clienti e anche il piacere di questo lavoro. In positivo essere una micro-impresa ti dà una libertà enorme: posso decidere la direzione del brand, sperimentare, cambiare, creare in modo molto personale.”
- Per tutte le info potere scrivere a Greta direttamente sul suo profilo ufficiale: https://www.instagram.com/jewelie.couture/
- Per i costumi da bagno invece vedi: https://www.instagram.com/jewelie_beachwear/
- Oppure invia una mail a: Style.greta@gmail.com

La redazione di Dojo Donna è composta da un gruppo di professionisti appassionati di benessere femminile. Attraverso articoli, interviste e approfondimenti, il nostro obiettivo è promuovere l’empowerment femminile, la crescita personale e il benessere fisico e mentale. Unendo tradizione e innovazione la redazione di Dojo Donna si impegna a creare uno spazio inclusivo e stimolante per tutte le donne.




