Classe 1993, specializzata in comunicazione social e ufficio stampa, libera professionista dal 2020. Formazione nel campo delle scienze politiche e sociali, continua con una specializzazione in digital pr e influencer marketing, con una predilezione per la sceneggiatura e per il cinema, completando un corso presso Mohole, Milano. Dal 2020, lavora come segretaria di produzione ed edizione per Chapeau Films Italy, in particolare per i progetti “Il violinista”(2022) e “Il Bar del Cult”(2025).
Carlotta, partiamo dal tuo ruolo in Chapeau Film: cosa significa, concretamente, essere una segretaria di produzione, quali sono le principali responsabilità e c’è un progetto o una scena che ricordi con particolare orgoglio per il contributo che hai dato?
“Essere una segretaria di produzione significa, prima di tutto, sapersi organizzare, saper organizzare le attività degli altri, avere chiaro quello che si deve fare e in quali tempi e, soprattutto, sapere di avere a che fare con molto richieste che arrivano da esigenze e persone tra loro molto differenti, prima, dopo e durante il set. Sicuramente, bisogna essere capaci di avere pazienza. Come ogni figura all’interno di una produzione cinematografica, anche la segreteria è fondamentale perché è quella figura che controlla e gestisce la burocrazia, che ha ruolo di segreteria generale, che fa funzionare il tutto secondo i piani e i costi prefissati. Non ho una scena particolare che ricordo per cui il mio contributo sia stato fondamentale, ma sicuramente diversi momenti sul set de “Il violinista” in cui è servito sicuramente avere questa mia figura che ricordasse che c’erano dei tempi entro cui girare determinate scene. Talvolta, sui set, ci si può divertire molto (come succedeva spesso durante “Il violinista”) e, quindi, perdersi in questi momenti di leggerezza.”
Oltre al cinema, ti occupi anche di social media management: come riesci a coniugare queste due dimensioni, così diverse ma entrambe creative?
“Cinema e social media management in realtà si assomigliano molto, specialmente per quello che riguarda la dimensione dell’organizzazione. Chi si occupa di social media e comunicazione a livello professionale sa che la prima regola perché un progetto di comunicazione funzioni è: organizzazione. Su un set, l’organizzazione è fondamentale per non eccedere nei costi di produzione, ma anche per riuscire ad ottenere il miglior risultato artistico possibile, così, nei social media, organizzare creativamente e a livello di tempistiche le uscite di post e storie è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di comunicazione che ci si è prefissati di raggiungere. Il lavoro all’interno di un’agenzia di comunicazione sicuramente mi ha aiutata a lavorare in contemporanea a diversi progetti e su più livelli. Un’abilità importante anche su un set perché si ha a che fare, potenzialmente, con diversi tipi di problematiche, dal settore audio o video, o quello dei costumi, o ancora a livello di permessi. Rispetto ad altri ambiti comunicativi, il cinema mi affascina molto di più per la sua capacità di saper e poter utilizzare in un unico prodotto diversi linguaggi e, quindi, di poter dare anche diversi livelli di lettura. La comunicazione cinematografica è molto più potente di altre perché riesce a coinvolgere tutta la nostra umanità, mente ed emozioni partecipano allo stesso modo quando guardiamo un film.”
Essere donna, lavorare in un settore dinamico e trovare equilibrio tra vita personale e professionale non è semplice: come riesci a gestire il tuo tempo e le tue energie?
“Non sempre è facile unire la vita privata e il lavoro, specialmente se, come accade nel mio caso, il mio compagno di vita è anche il mio “compagno” di lavoro. Sicuramente ci sono stati momenti di tensione durante giornate di set più impegnativi, anche se non mi risulta sempre semplice, bisogna saper distinguere i momenti lavorativi da quelli casalinghi e affettivi. Confonderli non è di aiuto né per un ambito né per l’altro. E’ una capacità su cui ho dovuto lavorare, imparando specialmente da Mirko stesso. Quando però si raggiunge un buon equilibrio, la soddisfazione è davvero doppia. Non ho davvero un’abitudine specifica per mantenere la calma, se non cercare, prima di un momento importante, di avere del tempo da sola per me. Che sia il tempo di una meditazione o di un bagno caldo, purché aiuti a concentrarsi e rilassarsi.”
Negli ultimi anni si parla molto del ruolo femminile nel mondo del cinema: qual è la tua percezione da chi vive il settore “dall’interno”, ci sono ancora barriere da superare o sono aumentate le possibilità? ma soprattutto cosa può fare il cinema per rappresentare e valorizzare meglio la figura femminile, sia davanti che dietro la macchina da presa?
“Credo che oggi ci siano sicuramente più possibilità di crescita nel cinema, anche “dall’interno”, specialmente per i ruoli creativi. Da questo punto di vista credo (e spero) ci sia maggiore riconoscimento per ciò che è bello e ha valore artistico e che venga riconosciuta aldi là del proprio sesso. D’altra parte, in certi contesti, mi sono personalmente chiesta come mai fossi l’unica donna al tavolo con soli uomini. Le barriere che devono essere superate sono le stesse che, a livello culturale, si riscontrano anche in altri settori. Per esempio, a livello manageriale e di direzione, sicuramente, ci sono ancora dei passi da fare. Nel cinema, c’è sempre spazio per nuove visioni e racconti, anche quelli femminili, di cui bisogna ancora parlare e farlo, secondo me, in modo un po’ diverso da come si fa tuttora. Credo che sarebbe utile avere approcci diversi e discorsi più strutturati sulla donna anche nel cinema.”
La produzione di un film è un lavoro di squadra: quanto è importante la collaborazione tra uomini e donne nel raggiungere un buon risultato finale?
“La collaborazione nella realizzazione di un film è fondamentale e questa collaborazione deve essere trasversale, deve avvenire tra tutte le figure creative, dei diversi reparti, così come tra uomo e donna. Non c’è film che non sia collaborazione attiva, una collaborazione che avviene tra le figure più visibili fino a quelle più invisibili, che lavorano nel retro. Il buon risultato che noi vediamo davanti, da spettatori, dipende dal buon lavoro di tutte quelle persone che, nei titoli di coda, formano una lunga lista. Quando, sul set, capita di girare una scena ed emozionarsi tutti insieme, quello è il momento in cui capisci che tutti hanno dato il massimo per quel risultato, che hai fatto un buon lavoro così come lo hanno fatto tutti gli altri.”
Il cinema, come molti altri ambienti, può essere ancora oggi dominato da figure maschili. Ti è mai capitato di trovarti in situazioni in cui la tua voce faticava a essere ascoltata?
“Ci sono dei contesti in cui mi è capitato di sentirmi in difficoltà, o quanto meno, di notare di essere in minoranza rispetto al sesso maschile. Può essere intimidatorio, ci si può chiedere il perché e darsi le proprie risposte, ma quando poi ti trovi in quel momento devi ricordarti di essere semplicemente una persona che sta facendo la stessa cosa che stanno facendo gli altri, perciò il tuo contributo ha tanto valore quanto quello delle altre persone presenti, indipendentemente dal sesso. Evitare di paragonarsi e fare del proprio meglio è sicuramente utile, ma anche “alzare la voce” quando si percepisce di essere tenuti in minor considerazione.”
Link utili di approfondimento:
- Profilo Instagram ufficiale Carlotta: https://www.instagram.com/beltramicarlotta/
- Profilo Instagram ufficiale Chapeau Films Italy: https://www.instagram.com/chapeaufilmsitaly/
- Profilo Instagram ufficiale “Il bar del Cult”: https://www.instagram.com/ilbardelcult_docufilm/

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