Ironia, autenticità e un’energia inesauribile. Lara Laino, in arte “La Zia”, è una delle personalità più vibranti del panorama televisivo e digitale italiano. Tarantina doc ma ormai lombarda d’adozione, ha costruito la sua carriera con caparbietà e senza mai tradire se stessa, trasformando quello che molti considererebbero un limite — la sua schiettezza pugliese — nella sua più grande forza.
Il suo percorso inizia a soli 16 anni come fotomodella, collaborando con brand internazionali come Wella e L’Oréal. Ma è l’incontro casuale con un fotografo a una mostra a cambiare tutto: “Mi ha detto che ero molto espressiva”, racconta. Da quel momento, Lara capisce che ha bisogno di qualcosa di più dinamico, di un palcoscenico dove la sua personalità possa emergere senza filtri.
Dopo aver studiato Fashion Design allo IED e aver vissuto la Milano by night come cubista per otto anni — esperienza che le è valsa il soprannome di “Regina dei Cubi” — Lara approda in televisione. La vera svolta arriva nel 2019 con la partecipazione a Ciao Darwin, dove la sua ironia contagiosa conquista il pubblico. Da lì, una serie di collaborazioni con emittenti televisive: TeleLombardia, Sky, Real Time, Rai, fino al suo programma su TeleMilano.
Oggi conduce “Il Salotto della Zia” su Rete Brescia e Lombardia TV quattro volte a settimana, è speaker per Radio Dossier 24, e ha costruito un seguito di 180.000 follower su Instagram grazie al suo modo unico di raccontarsi. “Quello che vedete sui social sono io, senza filtri e senza finzione”, afferma con orgoglio. Ed è proprio questa autenticità il suo marchio di fabbrica: dai video come “sexy food blogger” — dove presenta piatti e ristoranti con il suo stile inconfondibile — alle storie quotidiane in cui si rivolge ai suoi “nipoti” con la spontaneità di chi non ha paura di mostrarsi per quella che è.
Lara non è solo un volto televisivo: è un’imprenditrice a tutto tondo, socia di un’agenzia per single e attiva in diversi progetti nel settore wedding. Ha partecipato a concorsi di bellezza come Miss Universo e Miss Italia, è stata ballerina nel videoclip di Guè Pequeno e Babamen, e continua a collaborare con brand nazionali e internazionali.
“O mi odi o mi ami”, dice di sé. E forse è proprio questa polarizzazione il segreto del suo successo: in un mondo patinato e spesso finto, Lara La Zia ha scelto di essere se stessa, sempre. Anche quando questo significa andare controcorrente, anche quando significa affrontare giudizi e critiche. “Non sopporto le persone bigotte che si fermano all’apparenza”, dichiara. La sua filosofia è semplice quanto potente: vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, senza mai smettere di stupire.
Oggi è la nostra ospite e ci siamo fatti una lunghissima chiacchierata.
Hai dichiarato in un’intervista a La Voce Grossa che tutti ti chiamano “la zia per il tuo modo di risolvere le cose e organizzare i tuoi eventi”. Come è nato questo soprannome e cosa rappresenta per te oggi?
“È nato durante la mia carriera televisiva, quando ho iniziato a fare i video dei Club Dogo, poi con Guè, e a ballare per i loro concerti all’Alcatraz. Sai, era un ambiente street, dove si usava chiamarsi “la zia”, “lo zio”… A Milano si usa ancora molto, in realtà. Mi ha portato fortuna, quindi ho pensato: perché non tenere questo nomignolo? Poi, diciamo la verità, le mie amiche e le persone che mi conoscono sanno che se c’è qualche problema da risolvere, un contatto da trovare, la prima cosa che dicono è: “Dai, chiama la zia!”. Da lì ho capito che mi calzava perfettamente. Sono fatta così: quando posso ci sono, aiuto tutti. E quindi mi è rimasto. Ormai dici “la Zia” e ti vengo in mente io. Dici “Lara” e non ti vengo in mente! [ride]”
Nel 2019 hai partecipato alla “Macchina del Tempo” di Ciao Darwin nella puntata “Messaline contro Giuliette”, presentandoti come “La Regina dei Cubi”. Hai affermato su MilanoFree.it che “il vero lancio è stato con Ciao Darwin dove sono stata per il gioco della Macchina del tempo”. Cosa ti ha lasciato quell’esperienza e come ti ha cambiata professionalmente?
“Mi ha cambiato moltissimo. In quel periodo stavo uscendo da una storia d’amore molto difficile – che magari vi racconterò – e non ero proprio al massimo. Sai quando a un certo punto vedi tutto nero? Ecco, ero lì. Avevo iniziato a lavorare come commessa in un negozio, ma dentro di me continuavo a pensare: “A me piace pubblicare, fare, disfare, farmi vedere in quello che faccio”. Sono fatta così, sono egocentrica, che ti devo dire? Sono la Zia! E tanti mi dicevano: “Ma dove vuoi andare questa? Ma cosa fa?”. Però io dico sempre: se non ci provi, non sai dove puoi arrivare. Poi te ne penti. Un giorno mi scrive questo manager di Taranto: “Vuoi fare il casting per La Ciao Darwin”. E io: “Ma facciamolo!”. Poi però pensi: “Ma tanto non farò nulla, ci sono tantissime persone”… Invece quel ragazzo ha capito che ero fuori di testa [ride]. E quando sono arrivata alle registrazioni, ho mangiato la vostra bella carbonara. Mi sono detta: “Tanto non farò niente, quindi mangio”. Poi comunque arrivi quasi di notte perché registrano fino a tardi, e io: “adesso muoio”. Però ce l’ho fatta! Quell’esperienza mi ha aiutato in due modi fondamentali. Uno: finalmente le persone hanno conosciuto la parte vera di me, quella più schietta, e chi parlava tanto ha detto: “Forse non è così antipatica come pensavo”. Due: in quel periodo ero quasi 15 kg in più – prendevo una pastiglia particolare che mi faceva gonfiare – e la gente mi ha massacrato. Però io ho detto: “A me non interessa”. Mi sono presentata lo stesso, nonostante fisicamente non mi vedessi al top, perché puntavo sul carattere, che secondo me è la cosa più importante. È vero, sotto i post mi scrivevano: “Sei grassa”, “Fai tutte queste modifiche sui social, però in realtà sei obesa”. Che poi erano 15 kg in più, tutti concentrati in faccia. Ma chi se ne frega! Io tanto sono qua, voi siete lì a parlare male, quindi non mi interessa. Ho continuato per la mia strada.”
Quindi nel 2019 eri già molto presente nell’aspetto social, cioè lo curavi già tanto?
“Sì, lo curavo già, ma nel 2019 i social non erano ancora esplosi come adesso. La vera svolta c’è stata con il Covid: essendo tutti chiusi in casa, le persone stavano costantemente sui social. Io avevo già fatto Darwin, pubblicavo le mie cazzate su Instagram e facevo compagnia alla gente. Quello mi ha aiutato moltissimo a farmi conoscere e a crescere.” Ero già presente, ma il Covid mi ha dato praticamente lo slancio definitivo.
Oggi conduci “Il Salotto della Zia” su Rete Brescia e Lombardia TV, quattro volte a settimana. In un’intervista a Mondo Spettacolo (dicembre 2024) hai detto: “Ho lavorato in televisione per molto tempo, facendo tanta gavetta. Dopo anni di lavoro e con il consenso del pubblico, finalmente ho potuto realizzare un progetto tutto mio”. Cosa significa per te avere un programma con il tuo nome?
“Sì, adesso siamo anche su nazionale! Quattro volte a settimana, così divento il vostro incubo [ride]. Praticamente o mi vedete o mi vedete! Qua a Roma, Rete Brescia non arriva, però c’è lo streaming. E il sabato sono in onda su tutto il nazionale, quindi in Puglia, a Roma, ovunque – così i miei parenti sono contenti! È un impegno totale, eh. Come direbbe la mia amica Roberta Fontana: tendinite! Perché siamo sempre, sempre in azione. Ma è bellissimo perché, guarda, essere liberi non ha prezzo. Decidere tu gli ospiti, decidere di cosa parlare, scegliere i temi da affrontare… è fantastico. Molti temi vengono omessi o affrontati in un modo diverso dalla tv tradizionale. Invece io li affronto a modo mio: sono temi importanti, ma cerco di trattarli in modo più leggero, perché la gente è già abbastanza arrabbiata in questo periodo. E questo approccio ha avuto molto consenso. E poi non ti chiudono i microfoni! Ho fatto l’opinionista per tanto tempo – lo continuo a sottolineare – e spesso ti chiudono i microfoni sul più bello. Ti fanno passare anche un messaggio che magari tu non vuoi dare.”
Quindi una libertà di espressione e la possibilità che tutti possano dire la loro senza essere fraintesi?
“Esatto, è una soddisfazione enorme. Anche perché, come dicevamo prima, ho lavorato con tante persone, ma lavorare da sola è un’altra cosa. Quando lavori da sola hai la tua testa, non sei criticata, non devi rendere conto a nessuno. Ho avuto partner nel lavoro – sempre uomini – che mi dicevano: “Tu non sai fare, non sai dire”. Anche questo è un altro mobbing. A un certo punto sono arrivata a dire: “Basta, meglio stare da sola”. Perché la gente, invece di spalleggiarti, capisci, ti butta giù. È una cosa sbagliata, soprattutto quando viene da un uomo.”
Ti avrei chiesto proprio questo: di solito la maggior parte delle persone con cui parliamo hanno problemi nel relazionarsi con altre donne, c’è una competizione tale… mentre tu hai avuto questa difficoltà con un uomo?
“Esatto! Allora, le donne… è chiaro che ogni tanto c’è un po’ di invidia, è normale. Ma non è proprio invidia: magari non capiscono il personaggio, vabbè, ci sta. A me non interessa, perché se non mi conosci dal vivo non puoi giudicare. Però quando ho fatto questo programma con lui, prima di andare a fare il mio, ogni volta c’era questo mobbing: “Non sei capace, non sai fare, faccio io”. Cercava anche di copiarmi in trasmissione. È una cosa sbagliata. Anche tu artisticamente ti senti schiacciata e dici: “Ma dove stiamo?”. Non dico umiliata perché… vabbè, è un’umiliazione, però dici: “Cavolo, come faccio a esprimermi se una persona vuole schiacciarmi?”. Però io credo nel karma, come ti dicevo. E infatti io me la sono fatta da sola, il programma è arrivato. Lui è stato mandato via, quindi… [sorride] Ma va bene così. Anzi, lui lo sa.”
Oltre alla TV, sei anche speaker per Radio Dossier 24. Come si integra la radio nel tuo percorso professionale e come cambia il linguaggio?
“Allora, nel mio salotto in TV do del tu perché è il mio salotto: devi sentirti a casa. E poi ho ospiti diversissimi, che vanno dagli influencer agli artisti, attori, cantanti… posso spaziare come voglio, no? Invece il lunedì e il martedì in radio faccio interviste a dottori e professionisti della salute, quindi do sempre del lei. Quello è il problema minore perché poi ti abitui. La vera differenza è che arrivo a intervistare anche dieci, quindici dottori in quattro ore, perché sono interviste proprio random. Ed è molto più difficile rispetto alla TV, capisci? Magari in TV ti concentri per quell’ora e parli tutto il tempo di un tema – faccio l’esempio, la bellezza. Invece quando fai quindici dottori, devi cambiare continuamente: osteopata, chinesiologi, massoterapista, dentista… devi spaziare tantissimo. Però siamo in due, quindi ci spalleggiamo bene. La mia collega è bravissima. Anche quella è una grande soddisfazione, perché comunque se mi hanno chiamata è perché sono capace, quindi sono contenta. È un altro lato artistico mio che non conoscevo, quello della radio. Prima non bisogna spegnermi, io parlo sempre [ride]. Invece lì mi devo spegnere per forza, ci sono tanti ospiti.”
[Sì, ho visto che hai davvero tantissimi progetti in corso…]
“Eh sì! Il mio capo mi ha presa sia a Rete Brescia che in radio proprio per questo: ha detto “Questa qua non si spegne mai” [ride]. Considera che sul mio profilo Instagram c’è il link con tutti i progetti – saranno 15-20 link diversi – perché tra tutte le cose che faccio, i progetti, le collaborazioni… ce n’è davvero tante!”
Passioni, sei ancora la “sexy food blogger”?
“Allora, la sexy food blogger è andata in pensione nel 2019. Vabbè, quando ho fatto Ciao Darwin ero anche più giovane, quindi giocavi anche su quello, no? Chiaramente. Poi passano gli anni, cresci… ormai ho quasi 40 anni. La sexy food blogger è andata in pensione da mo’, voglio dire. È una cosa che fai quando sei più giovane, divertendoti. Ho fatto la cubista da giovane, la ballerina… sono momenti della tua vita che passano. Però quel “sexy” è stato accantonato, è rimasta solo “la Zia”. Proprio zia, in tutti i sensi. Ma è stato divertente, eh! Menu e ristoranti li provo sempre, però. Quelli sempre! Solo che adesso li racconto in modo più da zia [ride].
Da pugliese il mangiare non manca mai…
Quello proprio non deve mancare mai! È sacro.”
Hai affermato a New Entry Magazine: “Quello che vedete sui social sono io, senza filtri e senza finzione”. In un’epoca in cui i social sono spesso teatro di finzione, come riesci a mantenere questa autenticità?
“Allora, “senza filtri” sicuramente nel parlare e nel comunicare. Qualche filtro nelle foto lo uso anch’io, eh, perché sto invecchiando – adesso sto scherzando, ma insomma… [ride]
[Non è vero, si nota che ti diverti!]
Però guarda, l’importante è che ti riconoscono per strada. Quando il filtro diventa eccessivo, sono completamente contro. Anche nel carattere. Ho conosciuto tanti influencer o content creator – non posso fare nomi – che dal vivo sono completamente diversi. Cioè, tu magari mi vedi nelle storie che sono una pazza scatenata, e poi quando mi incontri sono tutta diversa, seria, distaccata. Ci rimani anche male, capisci? Ti imbarazza a volte. Perché hai riconosciuto un volto, hai visto qualcosa che poi non corrisponde alla realtà. È brutto. Molti sono così, purtroppo. E invece il successo del salotto – non è che io voglia tornare sempre lì – ma nasce proprio da questo: quando la gente viene, si sente a casa. Non è che io arrivo e sono la diva. I divi sono i miei ospiti, loro sono i veri protagonisti. Però non è sempre così, non è scontato. Quando hai a che fare con gente con tanti follower come me – perché purtroppo tutta la società si basa su questi follower – e vedi che se la tira, che non è come si fa vedere… anche nella vita di tutti i giorni ci rimani male. O poi capisci che non funziona. Infatti con tanti content creator non lavoro, perché so che farei fatica. A volte preferisco lavorare con gente “normale”: la mamma, il compagno, qualche amica che magari non gliene frega niente dei social. Perché così sono più nella mia zona di comfort e non ho problemi, anche perché io mi innervosisco subito. A meno che non trovi quel tipo come me – come dici tu, tipo Roberta Fontana – che è autentica.
Forse perché siete donne più sicure, non avete bisogno di mettervi confezioni addosso…
Sarà quello, non so. Sicuramente se sei già sicura di te, non hai bisogno di fare nulla: né di mettere un filtro, né tantomeno di essere diversa dalla realtà. Se lo fai, evidentemente sei poco sicura. Il problema vero è che nel momento in cui ti esponi tanto sui social, molto spesso diventa più uno spettacolo che un contenuto reale. È anche una questione di aspettative. Poi si dice che chi più vuole fare, più vuole far vedere, è perché dentro è più insicuro. Io sono di questa idea. Quando vedo certi personaggi che fanno sempre “Perché io, perché io, perché io”, già vuol dire che c’è qualcosa che non va. Devi giustificarti perché in realtà non sei così, capisci? Se tu sei già te stessa, non devi dare spiegazioni. Punto.
Esatto. Se sei lì è anche per merito di qualcuno che ti sta dando credito…
Assolutamente. Se sei arrivata lì, un motivo c’è. Non devi continuare a dimostrarlo.”
Hai dichiarato a New Entry Magazine: “Da qualche fotografia non si può giudicare una donna: non sopporto le persone bigotte che si fermano all’apparenza, mi piacciono le menti aperte”. Come affronti i giudizi superficiali, specialmente in un settore come quello dello spettacolo?
“Allora, facevo più fatica prima. Ti ripeto: prima i social erano meno diffusi, era una realtà diversa. Avevo più critiche perché ero una delle poche che andava in giro sempre truccata, vestita bene, sempre con l’amico, a ballare… avevo il fidanzato, mi facevo i fatti miei, sempre con rispetto, chiaramente. Io sono una ragazza a casa, posso andare a mangiare con le amiche, no? Però sai che ai tempi era così: era tutto più chiuso, più giudicante. Adesso siamo in tante, siamo molto di più – purtroppo, userei anche dire, perché alcune magari non meritano, a dire la verità – ma la critica c’è sempre. Però io l’affronto dicendo che non me ne può fregare niente. Perché se vivi per gli altri – questo è molto importante – non arrivi da nessuna parte. Gli altri ti diranno sempre: “Sei grassa”, “Sei magra”, “La gonna è corta”, “La gonna è lunga”… quindi io non ho tempo per queste persone.
Ma soprattutto non ho tempo anche per le persone che mi stanno a fianco e che giudicano. Infatti ho scremato. Perché tu cresci col tempo: scremi gli amici, scremi anche qualcuno della famiglia – magari poche volte, ma anche i familiari sono così – il fidanzato… e quindi ti ritrovi con poche persone di cui ti fidi davvero. Perché comunque chi ti è accanto spesso giudica o ti dà consigli sbagliati.”
Spesso ti rivolgi ai tuoi follower chiamandoli “nipoti”. Che tipo di rapporto hai costruito con la tua community?
“La mia fortuna è che molti mi seguono praticamente da quando ho aperto Instagram, quindi intorno al 2018-2019. È bello vedere le stesse persone che ti scrivono cose tipo: “Cavolo, come sei cresciuta! Come ti sei evoluta!” È gratificante sapere che c’è sempre un’evoluzione nel mio percorso e che qualcuno la apprezza. Ovviamente non posso piacere a tutti, ma quello che mi fa sorridere è che la mia community, anche se qualcuno non mi ama, resta comunque sul mio profilo, curiosa di quello che faccio. Anche gli haters fanno parte del gioco: non mi danno fastidio, anzi, in un certo senso sono utili, perché dimostrano che quello che fai suscita interesse. Prima reagivo, mi innervosivo se ricevevo commenti pesanti. Ora invece cancello e basta, senza giustificarmi. Rispondere spesso porta solo a discussioni infinite. Mi ricordo un video che era diventato virale in modo negativo: avevo una tuta aderente e i commenti erano tutti contro di me, circa 500. Ti immagini leggere tutto? Assolutamente no. Pazienza, il mondo dei social funziona così: la gente dirà sempre quello che vuole. I social hanno dato voce a tutti, e purtroppo senza un minimo di filtro: chiunque può esprimersi. E questo porta anche a situazioni assurde, con persone che diventano famose solo per fare casino. Ma io continuo per la mia strada, ignorando con leggerezza questi episodi.”
Se dovessi dare un consiglio a una donna che vuole inseguire i propri sogni in un settore competitivo come quello dello spettacolo, cosa le diresti?
“Il primo consiglio è: non lasciare mai che qualcuno ti dica che non puoi farcela. Ti diranno sempre “non ce la farai”, ma tu devi provarci. Circondati di persone che ti ammirano: un partner, un’amica, la tua famiglia. Non tutti hanno la fortuna di avere qualcuno che crede in loro, e questo fa davvero la differenza. Io sono arrivata lontano anche da sola, ma avere persone intorno che ti sostengono, che ti danno consigli sinceri e ti spronano, aiuta tantissimo. Ho eliminato gli invidiosi e mi sono circondata di chi mi supporta. Quando pubblichi un video e qualcuno ti dice “sei brava, continua così”, fa molto più di chi ti critica.
Un altro aspetto fondamentale è la concentrazione su se stessi: prima tu, poi tutto il resto. E umiltà. Il mondo dello spettacolo può essere duro e competitivo, ma rimanere umili è essenziale. Non importa se sei in tv o fai un lavoro normale, siamo tutti umani. Infine, non mollare mai. Prova, sbaglia, impara. Se non ci provi, non saprai mai come sarebbe andata. Magari non è la tua strada, ma almeno avrai provato. La perseveranza e la fiducia in se stesse sono tutto.”
Link utili:
Profilo ufficiale instagram: https://www.instagram.com/laralazia/

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