La respirazione yogica

Lo yoga, disciplina millenaria che unisce benefiche pratiche fisiche ad una profonda meditazione, offre la possibilità a chi lo pratica di imparare una corretta tecnica di respirazione. Molte persone respirano male o non sanno respirare affatto. Il risultato è che la pancia si gonfia in modo inutile e all’interno dell’organismo non avviene il naturale ricambio tra anidride carbonica e ossigeno. Una respirazione sbagliata conduce inoltre le persone a non portare a buon fine il ricambio cellulare e, questo aspetto si ripercuote sul funzionamento degli organi interni e sullo stato di benessere della pelle, delle unghie e dei capelli.

Il pranayama

La respirazione yogica si chiama pranayama e si compone di tante pratiche diverse. Essa segue il ritmo del cuore e si divide principalmente in fase di espirazione, in fase di ritenzione e in fase di inspirazione. Vediamo assieme come possono essere praticate queste fasi, per dare vita ad una respirazione regolare, ragionata ed equilibrata.

Tutte le fasi respiratorie

Ogni fase respiratoria è importante nel pranayama, ma forse l’espirazione può essere considerata fondamentale, in quanto permette all’organismo di liberare l’aria stagnante all’interno dei polmoni e quindi di liberare il carico di tossine presenti nell’organismo. Essa deve durare almeno sei secondi e, per attuarla al meglio, è possibile appoggiare il mento allo sterno e spingere in dentro la cassa toracica con le mani. La sensazione di libertà che si prova espirando in modo così profondo è incredibile, in quanto si mette in pratica la volontà di liberare l’organismo da ciò che lo riempie inutilmente. Alla fase di espirazione deve seguire un secondo di ritenzione, ovvero di pausa dove gli organi respiratori non compiono alcun movimento. Questo secondo è il preludio dell’inspirazione, ovvero dell’entrata dell’aria fresca e pulita nell’organismo. L’inspirazione deve durare almeno tre secondi e deve muoversi come se fosse un’onda benefica, partendo dalla pancia e raggiungendo con dolcezza gli organi respiratori alti. L’onda benefica dell’aria fresca deve quindi essere percepita dalla persona che la pratica, in quanto dalla sua essenza nasce la possibilità di comprenderne la bontà. Dopo l’espirazione è utile mettere in pratica un secondo di ritenzione, per poi procedere con una nuova espirazione. In totale lo schema base del pranayama è di 6-1-3-1 secondi per respirazione. In un minuto se ne possono fare circa sei e questo numero ben si accorda con i battiti cardiaci, rispettando quindi l’andamento del cuore e del flusso ematico.

Tutti i benefici della respirazione yogica

Una respirazione positiva aiuta non solo il fisico ad essere più bello e forte, ma si pone come base per sedare gli stati ansiogeni e per affrontare nel modo migliore le situazioni spiacevoli. La respirazione yogica dona alla mente la possibilità di ossigenarsi. In questo modo si acquisisce una lucidità immediata e le situazioni difficili possono essere percepite in modo molto diverso e più positivo. Non solo, in quanto la respirazione yogica sfrutta sia gli organi esterni , ma mette in moto gli organi di respirazione ‘a comando’. La bellezza di comprendere che solo noi possiamo regolare il nostro corpo, dona immediata autostima al soggetto, il quale può contare su un’arma facile da attivare e disponibile in ogni momento per affrontare l’ansia e le situazioni particolarmente problematiche.

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