La Dottoressa Morena Mariani non è una semplice medico estetico: è una professionista che ha scelto di unire rigore scientifico e sensibilità femminile per offrire alle sue pazienti qualcosa di più del solo “aspetto”.
Con una formazione certificata in medicina estetica e laser, la Dott.ssa Mariani guida il centro ComeLab con due sedi : Martinsicuro ( Teramo) e Corridonia( Macerata) tra etica, trasparenza e risultati veri.
In un mondo spesso dominato da illusioni e promesse effimere, lei porta con sé il valore della competenza, la forza della credibilità e la sfida di un dialogo autentico con il corpo — non per uniformarlo, ma per valorizzarlo.
In questa intervista, vogliamo ascoltare la voce di chi ha scelto di fare dell’estetica un atto di responsabilità e comprensione.
In un settore nel quale spesso si brancola tra estetica e marketing, quanto conta per te essere un medico specializzato? Quali differenze percepisci rispetto a un approccio non medico, e cosa trasmetti alle tue pazienti per rassicurarle sul rischio e la sicurezza?
“Essere un medico specializzato, e poi non in un posto qualunque ma presso la scuola internazionale di Medicina Estetica del Fatebenefratelli di Roma dove la medicina estetica e’ nata in Italia, significa essere in grado di rispondere con sicurezza alle varie esigenze del paziente. Tratto il paziente in maniera olistica, valutando le sue problematiche nella globalità ( se viene per un filler labbra ma ha la pelle impura o i denti tutti rovinati cerco di far comprendere che forse ci sono problematiche che vanno trattate prima). In questo modo non solo mi distacco dagli altri che invece fanno solo quello che il paziente (in quel caso cliente) richiede ma seleziono anche i miei pazienti perché chi si affida a me sa che l’ultima decisione è la mia e può star tranquillo sul fatto che il consiglio che gli do’ non ha doppi fini ma e’ quello che farei su di me o su un mio famigliare. Questo mio modo di lavorare viene poi associato ad una particolare e completa visita durante la quale non mi pongo di fronte e lontano dal paziente ma mi siedo accanto a lui e gli metto uno specchio tra le mani per capire come e’ abituato a rapportarsi alla propria immagine e se invece tende ad avere un’idea dismorfica di sé stesso. Inoltre spiego tutto con parole molto semplici ed esaustive, ripetendole più volte fino ad assicurarmi che siano state comprese e spesso evito anche di sottoporre il paziente al trattamento in prima battuta perché credo che debba prendersi del tempo per riflettere bene sul percorso da me consigliato.”
Oggi molte aziende mostrano immagini troppo perfette. Come garantite in Come Lab che le foto siano autentiche, non artefatte? Puoi raccontarci come selezioni immagini reali, “prima/dopo”, e come comunichi trasparenza al cliente?
“Ritengo che i social siano uno strumento molto pericoloso quando utilizzato per scopi medici ma anche io nella mia attività non potrei farne a meno perché devo per forza essere al passo con i tempi. Però ci sono punti essenziali sui quali sono molto attenta e voglio che chi lavora per me sui social rispetti assolutamente: i miei followers sono tutti reali (dico sempre ai pazienti di stare molto attenti ai medici che hanno molti followers sia perché potrebbero essere stati acquistati e sia perché se si hanno migliaia di followers si devono avere anche centinaia di likes e se ciò non accade vuol dire che questi followers non sono reali). Inoltre le foto postate non vengono filtrate ed anche se possono apparire “ poco belle” sono esattamente rappresentative della realtà! Il paziente può instaurare fiducia e non avere paura solo se vede ciò che il medico sa fare e se lo vede mentre lo sta facendo per cui utilizzo tantissimo le stories per far vedere ciò che faccio mentre lo faccio. Ultimo punto importante: ai pazienti della medicina estetica piace l’anonimato per cui scattare una foto spesso non e’ accettato di buon grado, se poi devo anche perderci tempo e metterlo in imbarazzo penso che perderei il paziente stesso! Quindi foto sì ma con garbo e discrezione e soprattutto senza filtri! E poi ricordate che spesso chi si fa fotografare per sponsorizzare non paga il trattamento ma la medicina estetica non e’ marketing e credo che il “do ut des” non abbia senso!
Parlando con molte donne, percepisci che l’accettazione del corpo non basta più — c’è un desiderio di dialogo, conoscenza, miglioramento consapevole. Come accompagni le pazienti in questo percorso interiore, non solo estetico? Ci puoi raccontare un caso (rispettando la privacy) che ti ha colpita?
“La parte più difficile del mio lavoro e’ il rapporto che cerco di instaurare con le mie pazienti che si dividono in due categorie: quelle che non vengono da me perché a loro non importa se io sia competente oppure no ma gli sono antipatica e quindi quello basta e poi quelle che dopo aver studiato bene la mia figura sia a livello professionale che personale, vengono e si affidano a me ad occhi chiusi! Le prime pensano che affidandosi ad altri colleghi facciano un dispetto a me senza capire che spesso il danno maggiore lo fanno a loro stesse; le altre invece sono quotidianamente la mia fonte di soddisfazione perché spesso sono donne in carriera e benestanti che tengono molto alla propria figura e decidono di affidarsi e di spendere con chi ricalca un po’ il loro stesso stile di vita. Ecco perché prima studiano anche il mio canale social personale Tra le donne che si affidano a me ce ne sono tantissime che arrivano disperate perché tradite dal marito, perché rifiutate sul posto di lavoro, perché appena uscite da una malattia. Spesso sono depresse ma scelgono me anziché lo psicologo perché sperano che vedendosi meglio poi si sentano anche meglio! In questo devo dire ho sempre grande successo perché poi alla lunga mi ringraziano ed anche a distanza di anni mi ricordano quanto sia stata importante la mia presenza in quel determinato momento della loro vita. Poi ci sono quelle che invece non si accettano, sono dismorfiche (e tra l’altro pericolose perché vedono qualcosa che non esiste) e vivono attaccate alla fotocamera ed ai social. Queste vanno trattate con estrema cautela perché sono un’arma a doppio taglio dal punto di vista medico legale e nei loro confronti molto spesso mi astengo dall’effettuare trattamenti.”
Se guardi avanti al mondo dell’estetica, quale ruolo vuoi che Come Lab e la tua voce ricoprano? Che tipo di cultura dell’immagine vorresti contribuire a costruire per le future generazioni di donne?
“Mi piacerebbe che il futuro sia più al femminile! Ritengo che nel campo della medicina estetica la donna abbia una marcia in più perché ha un gusto estetico diverso, ha una mano più delicata e poi può dare consigli anche su trucco e skin care, quindi direi che sta avanti anni luce all’uomo! Vorrei che attraverso la mia attività le persone raggiungano sempre più la consapevolezza circa l’importanza dell’atto medico a cui si stanno sottoponendo, che non badino al prezzo più basso ma alla maggiore qualità e che scelgano il professionista giusto che deve essere in primis laureato in medicina e poi specializzato in medicina estetica! Mi piacerebbe che le persone evitino l’omologazione , che non scelgano più il medico solo sui social e che aprano gli occhi sulle truffe in cui potrebbero cadere; dopotutto oggi hanno tutti gli strumenti per farlo ed io dico loro che non e’ più ammessa ignoranza in tal senso! E poi vorrei più solidarietà femminile e minore rincorsa alla perfezione! Siamo esseri umani ed in quanto tali non possiamo essere perfetti, la medicina estetica può e deve aiutarci ad avere un aspetto più fresco e non trasformarci; deve enfatizzare i nostri lineamenti e le nostre specifiche caratteristiche e non eliminarle.”
Tutto questo potrà accadere solo se più medici impareranno a dire no senza rincorrere il denaro!
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